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Elisabetta Moro
Le parole della rinascita e della ripartenza nella storia
Un viaggio tra i popoli
sull'idea del nuovo inizio
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Chi è
Elisabetta Moro è professore di antropologia culturale, mitologie contemporanee e tradizioni alimentari del Mediterraneo all'Università di Napoli.
La storia dell’umanità è tutta uno "stop and go". Brusche frenate e rapide ripartenze. Discese ardite e risalite. Come se la sorte si divertisse a metterci di fronte a continui rovesci, tenendoci perennemente sul filo teso del futuro. Ecco perché la nostra attuale situazione di stallo, con il mondo in attesa di un vaccino salvifico o di un farmaco risolutivo, in realtà è l’esperienza che hanno fatto tante generazioni prima di noi. Non a caso i più "resistenti" tra i filosofi greci, gli stoici, avevano inventato il concetto di palingenesi, che deriva dal greco palin cioè "di nuovo" e génesis che significa emergenza, creazione, nascita. Questo manipolo di pensatori nell’Atene del III secolo a.C. discettava del destino dell’uomo passeggiando nel portico dipinto di Polignoto sotto la guida del cipriota Zenone di Cizio. Secondo lui, vivere con saggezza significa soprattutto fare il proprio dovere. E non perseguire il piacere come gli epicurei. L’impegno e la serietà per migliorare il mondo erano e sono gli strumenti indispensabili per ripartire, per ricostruire un mondo nuovo dopo la "periodica deflagrazione". Come dire che la rinascita fa parte della condizione umana. Non a caso Seneca, il più famoso esponente dello stoicismo romano, ripeteva profeticamente che "ogni nuovo inizio proviene dalla fine di un altro inizio". E questa idea di un tempo ciclico che si ripete è condivisa da tantissime culture e religioni, che ne fanno un modello per interpretare la storia e al tempo stesso per nutrire la speranza. Gli Induisti lo spiegano con la reincarnazione, che consiste nel rinascere in una nuova forma di vita, migliore di quella precedente se ci si è comportati bene, peggiore se si sono commessi gravi errori. I Cristiani trovano grande consolazione nel fatto che ci sia una vita dopo la morte, perciò tutte le sciagure terrene servono a guadagnarsi un posto in Paradiso. E gli Ebrei hanno cicli di ripartenza più corti rispetto agli altri popoli, perché persecuzioni, diaspore e violenze subite sono così frequenti, che ogni volta devono ricominciare daccapo.
La necessità di una rinascita periodica della società è alla base anche del pensiero di Giambattista Vico, il filosofo napoletano che nel pieno del secolo dei Lumi, quando andava affermandosi l’idea che la storia fosse come una freccia lanciata verso il progresso e lo sviluppo infinito, propone l’immagine opposta di cerchi che si chiudono, per dare avvio a nuovi inizi. Li ha chiamati corsi e ricorsi storici. Insomma, se l’umanità da sempre cerca le parole per dire la rinascita, significa che si tratta di una esperienza universale. Per la quale la specie umana è ben attrezzata. Basta un po’ di ottimismo. Della volontà e della ragione. Quello che animava il premier inglese Wiston Churchill quando, all’indomani della seconda guerra mondiale, ripeteva che "le difficoltà superate sono opportunità guadagnate".
La necessità di una rinascita periodica della società è alla base anche del pensiero di Giambattista Vico, il filosofo napoletano che nel pieno del secolo dei Lumi, quando andava affermandosi l’idea che la storia fosse come una freccia lanciata verso il progresso e lo sviluppo infinito, propone l’immagine opposta di cerchi che si chiudono, per dare avvio a nuovi inizi. Li ha chiamati corsi e ricorsi storici. Insomma, se l’umanità da sempre cerca le parole per dire la rinascita, significa che si tratta di una esperienza universale. Per la quale la specie umana è ben attrezzata. Basta un po’ di ottimismo. Della volontà e della ragione. Quello che animava il premier inglese Wiston Churchill quando, all’indomani della seconda guerra mondiale, ripeteva che "le difficoltà superate sono opportunità guadagnate".
28-11-2020 22:30
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