Fogli in libertà
La critica si paga
con silenzio e isolamento
con silenzio e isolamento
RENATO MARTINONI
Faccio un uovo fuori dalla cavagna e oggi parlo di questa rubrica, dato che giunge alla puntata numero quattrocento. Segnalo che da essa è sempre stata bandita una parola, "io": quello che lo scrittore Carlo Emilio Gadda ha definito "il più lurido dei pronomi". Una rubrica deve parlare degli altri. Anche se, va aggiunto, degli altri qui non si sono mai fatti i nomi. Quando si criticano le azioni, se sono deprecabili, è bene prescindere dai dati anagrafici. Uno spazio come questo, poi, è un dialogo aperto (ancorché non sono né un giornalista né un "influencer") con dei lettori diversi da quelli che, in altre sedi, mi leggono per motivi professionali. Scrivendo su un giornale si impara a usare parole semplici e a essere concisi (le regole sono ferree: ho a disposizione 2710 battute). Aggiungo che ho scelto quasi sempre di occuparmi, non di mete e trionfi, ma di ciò che sembra funzionare meno bene. Spellarsi le mani con gli applausi, lo fanno volentieri i furbetti, vorrebbe dire servirsi di una piattaforma per farsi pubblicità e per guadagnarsi delle simpatie (e delle occasioni prelibate). Da tempo l’"impegno" è stato messo al bando e si propende volentieri a divagare con le parolone o a far girare, insieme agli omaggi e alle genuflessioni, il turibolo dell’incenso.
La scelta della strada critica porta naturalmente a delle conseguenze facilmente immaginabili. La prima è positiva: ci si può esprimere, esercitando un diritto democratico tutt’altro che garantito, in modo severo, senza guardare in faccia a nessuno. La seconda, meno simpatica, ancorché largamente prevedibile: non tutti, in primo luogo il mondo partitico, gradiscono le rampogne e le tirate d’orecchi. Il nostro, lo sanno anche i paracarri, è un paese permaloso e vendicativo. Con i tempi che corrono si ha poi l’impressione di essere retti più dai militari che dai politici. Che ad accarezzare con la frusta chi sgarra, fossero anche le istituzioni, non sia un molinaro, ma un professore, infastidisce il doppio.
Vero è che, non volendo esporsi, il cosiddetto establishment non reagisce mai direttamente. Te la fa pagare con il silenzio o l’emarginazione (ho insegnato per quarant’anni all’Università e mai il nostro Dipartimento dell’Istruzione, poi dell’Educazione, ha pensato di affidarmi qualsiasi incarico o di coinvolgermi in qualsivoglia forma di collaborazione). Gioca poi anche il fatto, peraltro curioso, lo ha recentemente messo in luce un economista di prim’ordine, che in questo paese di emigranti si fatica molto ad accettare che un ticinese lavori fuori dal Ticino. Lo considerano un tradimento. Questo consente almeno di non dover mai chiedere aiuto a qualcuno. Né di doverlo ringraziare. Magari con l’incenso.
23.01.2021
Leggi in anteprima
le notizie del Caffè
le notizie del Caffè

i sentimenti

Un racconto di Andrea Vitali
Quel folle amore
tra marito e moglie

tra marito e moglie
"Per l'Amore ho sfidato
ragionevolezza e età"
ragionevolezza e età"
Anche la cultura non resiste
al fascino dell'amore
al fascino dell'amore
Ammaliati da Di Caprio
ma pure da due 80enni
ma pure da due 80enni
La vita prima del sì
in un deserto rosa
in un deserto rosa
Le relazioni degli altri
per scoprire noi stessi
per scoprire noi stessi
L'amore diventa digitale
e trasforma le relazioni
e trasforma le relazioni
"Rischiamo di dimenticare
parole, baci e abbracci"
parole, baci e abbracci"
"In fin dei conti il web
è come la discoteca"
è come la discoteca"

Vite al verde
Fanno brillare le case
ma ledono l'ambiente
ma ledono l'ambiente
L'orto a "Km zero"
coltivato con un'App
coltivato con un'App
Con il treno notturno
viaggi a basse emissioni
viaggi a basse emissioni
IL DOSSIER

Per le malattie rare
farmaci personalizzati
farmaci personalizzati
IL REPORTAGE

"The game" in Bosnia
per trovare una famiglia
per trovare una famiglia
Questo mondo…

In un mondo sospeso
a divorare serie tv
…l'altro mondo

Come ti riciclo il cibo
a un terzo del prezzo
LE FIRME DEL CAFFÈ
Armenia,
L’omaggio
I video della settimana
Inviate i vostri video a caffe@caffe.ch