La Turchia lascia il trattato contro gli abusi firmato nel 2011
Fuori dalla Convenzione
che protegge le donne
R.C.
Con un decreto presidenziale firmato ieri, sabato, la Turchia lascia la Convenzione di Istanbul. Un trattato del 2011 per prevenire e combattere la violenza contro le donne. Inutile dire che il gesto ha suscitato le critiche dei principali partiti dell’opposizione. "È un enorme passo indietro che compromette la protezione delle donne in Turchia, in Europa e anche oltre", ha dichiarato il segretario generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejcinovic Buric, subito dopo l’annuncio di Ankara.
L’accordo è noto come Convenzione di Istanbul, perché fu ratificato nella città turca, e la Turchia fu il primo Paese a firmarlo. Ne seguirono altri 45, più l’Unione Europea. In sostanza, obbliga i governi ad adottare una legislazione che contrasti la violenza domestica e gli abusi simili, come la violenza coniugale e le mutilazioni genitali femminili. Secondo i conservatori il provvedimento minerebbe l’unità familiare, incoraggiando il divorzio e dando spazio alla comunità Lgbt per essere maggiormente accettata nella società.
"La Convenzione - ha aggiunto Pejcinovic Buric - è considerata lo standard internazionale per la protezione delle donne dalla violenza che subiscono quotidianamente". Consiglio d’Europa che, a quanto ha fatto sapere un suo portavoce, non ha avuto alcun preavviso.
La decisione del presidente Recep Tayyip Erdogan, lo stesso che nel 2011 firmò la Convenzione, secondo alcuni analisti è stata dettata dalla volontà di ingraziarsi la base più conservatrice del suo elettorato. Negli anni successivi alla ratifica, Erdogan aveva citato spesso la Convenzione come dimostrazione dei presunti avanzamenti della Turchia nell’ambito della parità di genere. In anni più recenti, mentre lo stile di governo di Erdogan diventava sempre più autoritario, le cose sono però cambiate. In sostanza, il presidente ha cominciato a dare ascolto ai gruppi islamici più conservatori, di cui fanno parte anche molti esponenti di rilievo dell’Akp, il suo partito, secondo cui la Convenzione di Istanbul sarebbe contraria alle norme dell’Islam e incoraggerebbe il divorzio e l’omosessualità.
20.03.2021